I ristoranti hanno aperto ormai a pieno regime già da diverse settimane. Una bella notizia per tutti, a cominciare dagli esercenti per finire con tutti noi che per troppo tempo ci siamo privati del piacere di andare a pranzo od a cena fuori.
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Una necessità che giocoforza abbiamo dovuto rispettare, a causa della convergenza sanitaria che è ben nota. Ma non tutti rispettano le regole. Ed il riferimento non è rivolto solamente alle norme anti Covid, che è obbligatorio seguire per garantire la sicurezza di tutti.
Le violazioni in materia di sicurezza igienica arrivano anche per il mancato rispetto delle più basilari regole sulla pulizia. Uno degli esempi recenti più eclatanti arriva da Roma. A fine giugno i gestori di un ristorante giapponese sono stati sanzionati per avere infranto in maniera tanto clamorosa quanto odiosa i regolamenti vigenti.
Per dire, in questo locale si trovavano diverse blatte, vive e morte indistintamente. Il tutto tra una sporcizia generali e la presenza diffusa anche di residui di lavori edili, come calcinacci. Voi andreste mai in un posto simile?
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I ristoranti ed i vari locali di diverso tipo, fra bar, trattorie, osterie e quant’altro, hanno dovuto superare di tutto per restare aperti. Purtroppo in tanti hanno anche dichiarato fallimento già pochissimo tempo dopo la istituzione del lockdown della primavera 2020.
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E poi succedono situazioni come questa, con l’esercizio che è situato nel quartiere Ostiense a Roma, in via del Gazometro. Pochi giorni fa le forze dell’ordine deputate ai controlli hanno trovato un magazzino in cui venivano ammassati gli ingredienti sottoposto a questo pazzesco, negativo scenario.
La polizia ha sollecitato l’intervento della Asl locale, la quale ha emanato un immediato ed insindacabile provvedimento di chiusura. Situazione che permane fino alla completa risoluzione di tutte le criticità emerse, dal momento che mangiare lì rappresenta un palese rischio per la salute della clientela.
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E come se non bastasse, 44 chili e mezzo di cibo risultavano privi della relativa documentazione di tracciabilità, oppure sottoposti a confezionamento ed etichettatura non regolamentare. Cosa che ha portato ad un sequestro del tutto e ad una multa di 1500 euro.
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