Cibo buono e buon vino si esaltano a vicenda quando l’abbinamento è azzeccato. Che cosa possiamo quindi accompagnare alle “Lasagne alla portofino” dello chef Ivano Ricchebono? Sicuramente un Riviera Ligure di Ponente Pigato come spiega il sommelier Andrea Amadei (FIS).
Oggi vi presentiamo un vino che un prodotto tipico della nostra terra e che si produce proprio in Liguria. Stiamo parlando del Riviera Ligure di Ponente Pigato come spiega il sommelier Andrea Amadei (FIS). “Quando parli di pesto in Liguria- spiega il sommelier Amadei- per abbinamento territoriale c’è un vino che, ovviamente, viene subito in mente” ed è proprio il su citato Pigato.
A differenza dell’altro grande vitigno bianco della Riviera Ligure di Ponente che è il Vermentino, il Pigato ama l’entroterra. Il Vermentino deve sentire il mare, la brezza salmastra. Il Pigato, invece, ha bisogno di un clima un pò più fresco, ha bisogno delle escursioni termiche e deve restare in pianta un pò più a lungo ovvero un mese in più circa perché così mantiene sia l’acidità ma raggiunge anche un corpo maggiore e quindi sarà più spesso in bocca. Questa parte della Liguria che sta fra Savona e Imperia è il suo luogo ideale: per esempio, la Piana di Albenga. È un vino eccellente. Si chiama Pigato questa uva perché ha le pighe quando è matura. Le pighe sono le macchie che ricordano le lentiggini di un viso.
Chi lo coltiva per riconoscerlo gli ha dato questo nome: bigato. “A me-spiega il sommelier Amadei- piace moltissimo e quando poi cresce su dei terreni rossi come quelli che ci sono nella Valle Arroscia, raggiunge anche della mineralità, un sapore resinoso quasi salmastro che secondo me lo rende lo sposo ideale de pesto e di questa lasagna”.
Questa è stata la presentazione di questo vino che il sommelier Andrea Amadei ha fatto ai telespettatori della famosa trasmissione di cucina “È sempre Mezzogiorno” andata in onda su Rai Uno oggi 7 gennaio 2022.
“A me ricorda un pò il Festival di San Remo- ha spiegato la conduttrice Antonella Clerici- che inizierà il prossimo 1 febbraio p.v.”.
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Questo vino ha un aroma che ricorda tanto le erbe aromatiche e quindi si sposa bene per concordanza nei profumi con il pesto e poi soprattutto è un vino bianco di corpo. Arriva anche ai 14 gradi e l’alcolicità è un parametro fondamentale perché aiuta a pulire la bocca dall’untuosità, dall’olio che, ovviamente, nel pesto l’olio è un ingrediente fondamentale.
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E poi questo vino chiude con un aroma di mandorla, a volte anche mandorla amara, che richiama un pò il pinolo che c’è nella salsa. E quindi è l’abbinamento veramente ideale.
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