C’è un tipo di pasta che era conosciuta già dagli antichi Romani e che è sopravvissuta al passare dei secoli, con alcune rivisitazioni, fino ai giorni nostri.
Scoprire qualcosa che appartiene al passato e renderlo attuale è qualcosa di esaltante. Come fanno quelli che non si chiedono come hanno vissuto e cosa hanno fatto i nostri predecessori? Noi che viviamo in Italia, ad esempio, dovremmo riscoprire in certi casi quella che era la quotidianità degli abitanti di Roma antica.
Qualche anno fa è stato restaurato e riaperto al pubblico il Mausoleo di Augusto. Si tratta della tomba del primo imperatore romano, vissuto tra I secolo a.C. e I secolo d.C. E che ha poi ospitato i resti della dinastia Giulio-Claudia per circa 120 anni a seguire dopo la scomparsa di Ottaviano Cesare Augusto.
Ma la riscoperta dell’antico passa anche per tavola. Gli antichi romani erano soliti preparare per i loro pasti una sorta di antesignani dei nostri moderni gnocchi. In realtà il piatto di cui parliamo è un “pronipote” di quanto i Romani realizzavano mettendo assieme latte cagliato e farro.
Questa specialità che possiamo gustare nella nostra epoca è rappresentata dagli ‘ndunderi. E c’è una località in Italia che è specializzata nella preparazione di questa bontà, dopo alcune modifiche legate anche al passare dei secoli.
‘Ndunderi della Costiera Amalfitana,una bontà tipica di Minori
Presentiamo gli ‘ndunderi della Costiera Amalfitana. In passato gli ‘ndunderi si preparavano tradizionalmente in occasione della Santa patrona Trofimena, mentre oggi li puoi assaggiare in tutti i ristoranti locali o acquistare nelle tante botteghe del centro storico,
Le origini degli ‘ndunderi sono davvero molto antiche e sembra che derivino direttamente da quelle che sono chiamate le “palline latine”. Si tratta un piatto tipico degli antichi romani, una sorta di gnocchi fatti a mano a base di farro e latte cagliato, per l’appunto.
Queste deliziose e uniche specialità gastronomiche, radicate nella tradizione della cittadina, rappresentano un pezzo di storia e di identità di questa incantevole località. E le origini degli ‘ndunderi affondano le loro radici nella storia millenaria di Minori, che è a sua volta una antica città romana nota per la sua ricca produzione agricola.
Anche in epoca medioevale, i monaci della locale abbazia benedettina tramandavano gelosamente la ricetta di questa particolare tipologia di pasta fresca, realizzata con ingredienti semplici ma di qualità.
Il nome stesso “‘ndunderi” deriva dal dialetto locale e sta a indicare una sorta di “gnocchetti” o “ravioli” di forma irregolare. Questa denominazione riflette fedelmente il metodo artigianale di lavorazione, ancora oggi gelosamente custodito dalle famiglie di Minori.
Come si preparano gli ‘ndunderi
La realizzazione degli ‘ndunderi prevede una lavorazione manuale estremamente laboriosa e richiede l’abilità di mani esperte. Innanzitutto, si prepara un impasto a base di farina di grano, uova, ricotta e pecorino, il tutto impastato con cura fino ad ottenere una consistenza omogenea.
Successivamente, l’impasto viene suddiviso in piccole porzioni che vengono delicatamente lavorate e modellate, dando vita a ciascuno ‘ndundero dalla forma irregolare e caratteristica. Questa fase è fondamentale per conferire all’alimento la sua unicità e la sua inconfondibile impronta artigianale.
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Gli ‘ndunderi di Minori sono generalmente conditi con un sugo di pomodoro fresco, ma possono anche essere gustati in diverse varianti, come ad esempio con le vongole o con il ragù di carne. Questo piatto esprime appieno l’autenticità e la genuinità della cucina tradizionale della Costiera Amalfitana, fatta di ingredienti semplici ma di alta qualità.
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Ciò che rende gli ‘ndunderi davvero unici è il loro legame indissolubile con il territorio. Infatti, molti degli ingredienti utilizzati, come la ricotta, il pecorino e i pomodori, provengono da piccole realtà aziendali locali, che preservano metodi di produzione artigianali e rispettosi dell’ambiente.
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Negli ultimi anni, gli ‘ndunderi di Minori hanno acquisito una notorietà crescente, attirando l’attenzione di gourmand e appassionati di cucina tradizionale da tutto il mondo. Questo interesse ha favorito la salvaguardia di questa preziosa tradizione culinaria, che rischiava di scomparire. Ma per fortuna non è andata così.