C’è un frutto più colpito dai pesticidi che fa preoccupare in particolar modo perché è usato da grandi marchi alimentari per i loro prodotti.
C’è un frutto più colpito dai pesticidi, in prevenzione di una possibile infestazione da parte di parassiti ed insetti. Con l’utilizzo di questi prodotti che è previsto dalla legge ma che deve anche sottostare a delle norme ben specifiche.
Norme che sono volte a tutelare la sicurezza dei consumatori. Non bisogna superare più di una certa soglia di presenza di pesticidi per ogni cento grammi di prodotto. E non è consentito fare uso di alcuni specifici pesticidi ritenuti estremamente cancerogeni.
È questo il caso dei vari imidacloprid, clothianidin e thiamethoxam, che non possono essere utilizzati sul territorio europeo, Italia inclusa. Ma ce ne sono diversi altri. Alcune analisi hanno confermato comunque come la presenza di pesticidi anche in tracce minime rappresenti però una costante alquanto ricorrente.
La produzione in ambito industriale di frutta e verdura contempla proprio questo passaggio. Dei pesticidi non se ne può fare a meno, altrimenti il rischio di avere un raccolto infestato da esserini non graditi risulterebbe ben maggiore.
Il frutto più colpito dai pesticidi è questo
Ad illustrare una specifica situazione che riguarda un frutto più colpito da pesticidi è una ricerca compiuta da Legambiente e da Alce Nero, marchio della grande distribuzione. Ricerca che ha preso in disamina più di quattromila alimenti sia di origine vegetale che animale.
Ne è venuto fuori che quasi il 45% di suddetti prodotti conterrebbe pesticidi, diserbanti e simili. Per fortuna la maggior parte, ed in larga misura, rientra in quello che è il tetto massimo previsto. Ma il discorso cambia, e si teme proprio che ciò avvenga in peggio, quando si parla di territori situati al di fuori dell’Unione Europea.
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All’esterno dell’Europa infatti i controlli sono più permissivi e questo fa si che alcuni pesticidi vietati dalle nostre parti risultino invece anche di uso comune in quelle zone. Per esempio in Brasile le arance che vengono fornite a Coca Cola e lo zucchero a Nestlé sono trattati con pesticidi che nella UE non potrebbero essere impiegati.
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E non a caso le persone che, in Brasile, vivono nei pressi di quei campi coltivati per la crescita di zucchero ed arance e che vengono trattati con dei pesticidi potenzialmente molto nocivi denunciano una esposizione maggiore ad alcuni malesseri, ogni volta che passa ad esempio un aereo che ricopre vaste porzioni sulle quali cospargere pesticidi per via aerea.
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Proprio le arance che provengono dal Brasile sono più esposte alla contaminazione da pesticidi. E la cosa deve preoccuparci proprio perché le stesse vengono utilizzate da grandi nomi per i loro prodotti di massa.