Quanto è salubre il salmone affumicato che si trova in vendita in supermercati, discount e negozi di alimentari? Non sempre le cose vanno come sperato.
Il salmone affumicato è tra le proposte più gettonate nel corso della nostra spesa al supermercato. Sostanzialmente è facile trovarlo a buon mercato, anche se il suo prezzo ha subito dei rincari importanti nel corso degli ultimi tre anni. La facilità di fruizione del salone affumicato, la reperibilità super semplice e la immediatezza nel consumo fanno si che anche a prezzi maggiorati, il salmone affumicato venga sempre preso in considerazione.
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Ce ne sono di diverse marche a disposizione, ed anche di varianti diverse. Esistono il salmone affumicato norvegese e quello scozzese, che sono i più gettonati. E poi il salmone affumicato atlantico e, in misura minore, quello irlandese. Tra i vantaggi della assunzione di salmone affumicato balza senz’altro all’attenzione di molti la presenza di un ottimo quantitativo di acidi grassi Omega 3, noti per le loro proprietà benefiche sul cuore e sul colesterolo.
Che salmone affumicato comprare?
Una recente indagine compiuta dalla rivista Il Salvagente ha esaminato 12 campioni di salmone affumicato, provenienti da diverse fonti. Dieci da allevamenti convenzionali, uno da acquacoltura biologica ed uno direttamente dalle acque oceaniche. L’obiettivo era analizzare i profili nutrizionali e chimici, in particolare il rapporto tra acidi grassi Omega 3 e Omega 6.
I risultati hanno rivelato che, anche se i campioni non presentavano contaminanti significativi o residui di antibiotici, le differenze nel contenuto di grassi erano notevoli. Il rapporto Omega 3/Omega 6 è un indicatore che la dice lunga su quella che è la qualità nutrizionale del pesce. In media, il salmone allevato convenzionalmente mostra un rapporto intorno a 1.
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Che è un valore significativamente più basso rispetto a quello degli esemplari selvatici, che possono raggiungere rapporti di 10 o più. Nei campioni analizzati, i valori di Omega 3/Omega 6 variavano, con alcuni prodotti al supermercato che presentavano un rapporto fin troppo basso. Cosa che indicano una predominanza di grassi meno salutari.
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Qual è la migliore marca di salmone affumicato?
Un aspetto interessante è emerso dall’analisi del salmone biologico e di quello selvaggio: entrambi mostrano un profilo di acidi grassi più equilibrato rispetto ai salmoni da allevamento. La differenza principale risiede nell’alimentazione e nella densità di allevamento. I salmoni selvaggi, che seguono una dieta naturale a base di crostacei e pesci, tendono ad accumulare una maggiore quantità di Omega 3, mentre gli esemplari allevati, alimentati prevalentemente con mangimi vegetali, presentano un rapporto squilibrato.
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Nel corso dell’analisi, hanno ottenuto grande rilievo alcuni aspetti come la provenienza e la verifica del peso effettivo rispetto a quello dichiarato in etichetta. Sorprendentemente, sono emersi scostamenti significativi in alcuni campioni, evidenziando la necessità di una maggiore trasparenza nelle informazioni fornite ai consumatori.
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Un altro punto positivo emerso dalla ricerca è l’assenza di etossichina, un additivo precedentemente utilizzato negli alimenti per pesci, ma ora vietato nell’Unione Europea per i suoi potenziali rischi per la salute. Inoltre, i campioni analizzati non presentavano residui di antibiotici, un risultato rassicurante che riflette le attuali pratiche di allevamento, dove si tende a ridurre l’uso di farmaci, privilegiando la vaccinazione preventiva.