Il nuovo focolaio sorto in Cina ha portato le autorità locali a stoppare le importazioni di salmone norvegese. Ma è solo una scusa per nascondere le proprie colpe.

Salmone norvegese Cina
Capro espiatorio salmone norvegese Cina Foto dal web

Negli ultimi giorni la Cina ha dovuto fare i conti con dei nuovi casi di contagio. E le autorità locali hanno dato la colpa di questa ondata di ritorno al salmone norvegese. Sulla base del nulla, a quanto pare. I nuovi infetti – circa 150 con la media di alcune decine al giorno – sarebbero legati alla loro presenza in un mercato del pesce di Pechino.

 

È proprio nella capitale cinese che si è avuto questo nuovo cluster, con il focolaio subito circoscritto da parte degli esperti e delle forze dell’ordine. Gli interventi a Pechino hanno visto la chiusura di 11 su 300 mercati circa di prodotti alimentari, con la sanificazione totale di tutti gli altri.

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Hanno chiuso anche i due maggiori aeroporti della città e tutte le scuole. Mentre circa 50 quartieri sono finiti di nuovo in quarantena restrittiva. Stanno avvenendo poi dei tamponi a tappeto. Si sta facendo di tutto insomma per non assistere di nuovo a quanto vissuto a Wuhan nei mesi scorsi. Cosa c’entra il salmone norvegese? Proprio nulla, sembra. Ma a quanto pare, le autorità di Pechino hanno bisogno di un capro espiatorio. Giustificando il bando di questa qualità di pesce con il presunto ritrovamento di tracce di Covid sul tagliere utilizzato in un mercato ittico ritenuto l’epicentro di questo nuovo focolaio.

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Salmone norvegese, la Cina vuole fare credere che diffonda il virus

Chi governa da quelle parti parla di pesce contaminato senza mostrare però alcuna prova a sostegno di tale tesi. Fatto sta che ora la Cina tutta ha stoppato le importazioni del salmone norvegese dall’Europa. E nei supermercati tale prodotto di provenienza estera è stato tolto dagli scaffali. Addirittura nei ristoranti i clienti non lo richiedono più. Tutto questo non fa altro che generare un enorme danno economico, che aggrava ulteriormente la già precaria situazione attuale a seguito dell’epidemia diffusasi nei mesi scorsi in tutto il mondo. Va detto che i lavoratori di quel preciso bancone del pesce che lavorava il salmone scandinavo sono risultati tutti negativi al tampone.

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Gli esperti smentiscono Pechino: “Non ci sono assolutamente prove”

Epidemiologi da tutto il mondo poi negano con forza che il salmone ed il pesce in generale possano veicolare il virus. Per tutta una serie di circostanze. Insomma, mancano prove di contaminazione da parte del salmone in questione. E più in generale di una trasmissione dell’agente patogeno tramite alimenti. Anche se è acclarato che il virus sia passato all’uomo a seguito di contatti stretti con animali selvatici, accentuati da condizioni igienico-sanitarie non sufficienti.

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