Non c’è da stare tranquilli se si parla di presenza di salmonella nel pollo. Una contaminazione è più possibile di quanto tu possa pensare.
Salmonella nel pollo, alcuni studi condotti in Francia nelle scorse settimane hanno rivelato dati allarmanti sulla contaminazione di questo alimento da parte di patogeni come Salmonella, Campylobacter e Clostridioides difficile. Le cose sono decisamente preoccupanti. Già nel 2022, la Direzione Generale per l’Alimentazione (DGAL) francese aveva sottoposto la carne di pollo analizzando vari tagli.
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I risultati hanno evidenziato che il 0,9% dei campioni analizzati era positivo per Salmonella, mentre il tasso di contaminazione da Campylobacter ha raggiunto un preoccupante 49,2%. Anche il Clostridioides difficile ha mostrato una presenza nel 0,9% dei campioni, con una maggiore incidenza riscontrata nei prodotti con pelle rispetto a quelli che ne erano provvisti.
Salmonella nel pollo, quanti rischi
Uno degli aspetti più significativi emersi dalla ricerca è il comportamento stagionale di Campylobacter, che ha mostrato una maggiore presenza nei periodi più caldi dell’anno. Il 28% delle cotolette ed il 31% delle cosce di pollo sottoposte ad analisi presentavano livelli di contaminazione inferiori a 10 unità formanti colonia per grammo (CFU/g). Altri campioni invece hanno superato la soglia critica di 1.000 CFU/g. Valori che consigliano l’importanza di una vigilanza costante.
Le attuali normative vigenti in fatto di sicurezza alimentare non prevedono dei limiti netti per la presenza di Campylobacter o Clostridioides difficile all’interno delle carni di pollo fresche. Le norme si concentrano principalmente su due varianti di Salmonella. Comunque, a partire dallo scorso mese hanno avuto luogo delle introduzioni di nuovi criteri igienici per il Campylobacter. Si spera che ciò possa invertire un triste trend di contaminazione, visto che il test in questione ha visto più di 1.192 campioni positivi su 2.425 analizzati.
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In Italia non c’è da essere felici. Un’indagine condotta nel 2022 ha rivelato che quasi un terzo dei 24 campioni di carne di pollo fresca esaminati presentava il batterio della Salmonella. Con particolare attenzione al ceppo Salmonella infantis, noto per la sua resistenza agli antibiotici.
Coinvolti nomi importanti della Grande Distribuzione Organizzata
Questo ceppo, nel nostro Paese, ha evidenziato una resistenza del 53% all’ampicillina, rispetto a una media europea del 17%. I nomi tirati in ballo sono diversi, tutti molto conosciuti, e sono i seguenti:
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- Conad;
- Aia;
- Coop Origine;
- Esselunga;
- In’s;
- Carrefour.
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E la legislazione italiana non pretendono il ritiro automatico della carne fresca contaminata. Le norme italiane prevedono solo unsemplice avviso sull’etichetta che consiglia di consumare il prodotto solo dopo una cottura adeguata. Gli esperti ritengono questa misura insufficiente e chiedono interventi più incisivi per tutelare i consumatori.
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Per evitare qualunque tipo di imprevisto il consiglio è quello di cuocere la carne di pollo a temperature appropriate per eliminare i patogeni e prestare attenzione per evitare contaminazioni incrociate, utilizzando utensili e superfici separate. Inoltre, si consiglia di scegliere carne proveniente da allevamenti che rispettano elevati standard di biosicurezza, preferibilmente da filiere certificate. Solo attraverso una maggiore consapevolezza e precauzioni adeguate sarà possibile garantire una maggiore sicurezza alimentare per tutti.