Sono giorni molto pieni quelli che sta vivendo Sara Brancaccio nel cuore della Sardegna dove si è recata per una bellissima vacanza e non solo, dato che questa rappresenta l’occasione perfetta per rompere il silenzio e condividere con i propri fan qual è uno dei suoi piatti preferiti.
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Come abbiamo avuto modo di spiegare all’inizio del nostro articolo, Sara Brancaccio ha lasciato la sua bellissima città di Pisa per raggiungere le spiagge della Sardegna, qui dove trascorrerà dei giorni di vacanza insieme alla propria famiglia, durante la quale si concederà un tuffo nei sapori culinari del passato che hanno segnato anche la sua infanzia.
Non a caso, ecco che il nuovo post condiviso sui social da Sara Brancaccio rappresenta una piccola lezione culinaria che fonda le radici nel passato e nei dolci tipici della tradizione culinaria della Sardegna. Nel post condiviso dalla Brancaccio, infatti, è possibile leggere: “I dolci tradizionali sardi, per esempio, hanno saputo fare tesoro degli ingredienti, delle tecniche e delle visioni di altre civiltà, spaziando dalle tradizioni dell’antica Grecia fino a quelle arabe, maghrebine e spagnole. Sono proprio i dolci di questa terra ad avere un legame ben preciso con il calendario religioso, segnano l’alternarsi delle stagioni, i cicli agricoli, i riti di passaggio della nostra vita e cambiano nome e ricetta da una provincia all’altra”.
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Sara Brancaccio rompe il silenzio : “I miei dolci preferiti sono…”
Tutto procede come la stessa blogger desiderava e la vacanza in Sardegna, dunque, è stato il perfetto escamotage per lasciarsi conquistare anche dalla tradizioni culinarie del luogo.
Non a caso, ecco che nel post sopra citato Sara Brancaccio continua scrivendo: “Ed i miei preferiti, i dolci della festa di Ognissanti, i PAPASSINOS realizzati con un delizioso impasto di uova, noci e uvetta, ricoperti nella versione più raffinata da una glassa all’anice”.
La blogger ha poi concluso con il seguente racconto: “Ieri sera a cena abbiamo assaggiato alcuni piatti della cucina gallurese, partendo dalla zuppa gallurese che si realizza alternando strati di pane vecchio, ammorbidito nel brodo di pecora, e alternato a strati di formaggio come si fa con la classica lasagna. Un piatto povero che però, se cucinato in occasione di un matrimonio, veniva servito con lo spezzatino di pecora, come vedete in foto. Poi, la purpuzza, una sbriciolata di carne di maiale insaporita da vino bianco e spezie, tra cui deve spiccare il finocchietto selvatico”.
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