Scandalo a Roma, teatro di una vicenda che ha davvero dell’incredibile. Proprio in un luogo “protetto” in cui dovrebbero sentirsi accolti ed aiutati un gruppo di giovani minorenni immigrati ha invece conosciuto la desolazione degli abusi sessuali. Gli episodi reiterati di violenza sono avvenuti ad opera di una giovane ciociara, dipendente di un centro di accoglienza del frusinate nel quale svolgeva il ruolo di cuoca. La trentaquattrenne ha attirato per mesi gli ospiti della struttura. Tutti adolescenti tra i quattordici ed i diciassette anni, regalando loro soldi, abiti e telefonini per ricevere in cambio prestazioni sessuali. Molti degli incontri sono avvenuti in alberghi a pagamento nelle vicinanze del centro, all’insaputa dei colleghi della donna.
Scandalo in centro di accoglienza: cuoca pagava per incontri con minori
La storia ha avuto inizio nel 2015 quando un operatore raccoglie le confidenze di un giovane ospite. Questi era sbarcato poco tempo prima a Roma e trasferito presso “La Casa di Tom” a Sant’Ambrogio sul Garigliano. Il ragazzino infatti quasi vantandosi, gli aveva confessato di avere una relazione con una operatrice del centro, mostrando anche delle immagini scattate con il telefonino. Immediatamente la cuoca viene convocata dalla direzione del centro. Conferma l’accaduto e racconta di aver iniziato la storia con il sedicenne egiziano un mese prima.
Sottolinea inoltre che i regali erano stati fatti in modo assolutamente disinteressato, insomma non allo scopo di avere in cambio favori sessuali. Dopo la confessione della cuoca, scoppia il putiferio tra gli altri minori, tanto da costringere la direttrice a prendere immediati provvedimenti. A seguito di due risse, quest’ultima infatti decide di indagare più a fondo. Ecco la scoperta che la vicenda era da tempo di dominio pubblico tra i giovani ospiti.
Dalla cucina agli alberghi a pagamento, scatta la denuncia dopo la confessione
Seguono la denuncia e le immediate dimissioni della cuoca che, si è poi scoperto successivamente, ha continuato a frequentare il giovane Mohamed costringendo la direttrice a trasferirlo in un altro centro nell’aprile 2016.
“Ho saputo in quella circostanza che non era la prima volta che si intratteneva sessualmente con gli ospiti della comunità . In particolare mi veniva riferito, come peraltro confermato da una foto girata su Whatsapp e scattata presumibilmente in un albergo, che la stessa aveva avuto intimità con un altro ospite, un ragazzo egiziano nato nel 1997 ospite nella nostra struttura fino a febbraio 2015. Di questo ragazzo si sono perse le tracce” ha chiarito la direttrice.
La cuoca era stata assunta nel maggio 2013 e fino a quel momento era stata sempre di una condotta irreprensibile. Insomma nessuno avrebbe mai sospettato che avesse tessuto una fitta ed ingannevole trama in cui intrappolare minori in difficoltà per ottenere in cambio prestazioni sessuali. Altri due ragazzini, uno egiziano e uno tunisino di 14 e 17 anni sono finiti nella rete dell’operatrice, attualmente accusata di induzione alla prostituzione minorile. A causa dell’accettazione da parte delle giovani vittime di regali da parte della trentaquattrenne infatti, non sarà possibile incriminare quest’ultima per il reato di violenza sessuale su minori.