Pagare quasi cento euro per un primo piatto, il cliente pubblica sui social la foto delle scontrino shock, poi succede qualcosa.
Scontrino shock, l’estate è la stagione che favorisce il sorgere di certe antipatiche dinamiche, visto che i flussi di turisti si fanno più intensi. E questa volta si è ripetuto l’ennesimo scandalo di turno.
La notizia di un cliente che ha pagato 90 euro per un piatto di tagliatelle all’astice in un ristorante di Forte dei Marmi ha suscitato una vasta eco sui social e riacceso il dibattito sulla trasparenza dei listini e sui prezzi spesso ritenuti eccessivi nei locali di alta fascia.
Protagonista dell’episodio è un cliente del Bagno Cesare, noto stabilimento balneare della rinomata località versiliese, che ha postato sui social lo scontrino shock del suo pasto dalla cifra a dir poco sorprendente. Cosa che rappresenta la prassi per fare in modo che tutti quanti vengano a conoscenza di quanto accaduto.
Secondo la sua denuncia, una porzione di tagliatelle all’astice consumata in spiaggia con vista mare sarebbe costata la ragguardevole somma di 90 euro, una spesa giudicata esagerata e ingiustificata per un piatto ritenuto più semplice.
Scontrino shock, la replica del titolare
La replica del titolare, Gabriele Matteoni, non si è fatta attendere. Intervistato dal quotidiano La Nazione, il proprietario del Bagno Cesare ha cercato di chiarire e contestualizzare i dettagli del caso, sottolineando come il prezzo fosse dovuto all’utilizzo di una quantità considerevole di astice, ben 500 grammi, quale ingrediente principale del piatto.
Matteoni ha inoltre evidenziato che il costo dell’astice, pari a 18 euro l’etto, è chiaramente indicato nel menù, in modo da informare pienamente i clienti. “Operiamo in assoluta trasparenza – ha dichiarato il titolare – e condividiamo con il cliente la scelta dell’astice che, come scritto in carta, costa 18 euro l’etto”.
“Le nostre tagliatelle vengono servite con mezzo chile di astice a piatto. Cosa che è la parte preponderante rispetto alla pasta e quindi il prezzo che ne viene fuori è assolutamente onesto.”
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Matteoni ha poi voluto contestualizzare ulteriormente il costo del piatto. E ha sottolineato come il prezzo del “gran crudo” servito nel suo locale sia di soli 50 euro, mentre per una bottiglia di Ruinart brut si arriva a 100 euro e per il rosé a 135 euro.
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“Noi corretti in tutto e per tutto”
Secondo il titolare, quindi, il piatto di tagliatelle all’astice non può essere considerato eccessivamente caro se confrontato con altri elementi dell’offerta gastronomica e di beverage.
E dunque, il gestore del Bagno Cesare rivendica la correttezza del proprio operato. Per il gestore, il prezzo della tagliatella all’astice fosse pienamente giustificato dalla qualità e dalla consistente porzione di prodotto ittico utilizzato.
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Resta da vedere se questa argomentazione sarà sufficiente a placare le polemiche sollevate dal caso, che rappresenta uno spunto di riflessione sul delicato equilibrio tra esigenze di redditività dei ristoratori e aspettative di una clientela sempre più attenta ai prezzi e alle logiche di mercato.