Quali sono le conseguenze qualora dovessimo mangiare della pasta scaduta rispetto a quanto indicato sulla confezione? Questa la verità.
Pasta scaduta, cosa succede se la mangiamo per l’appunto dopo la data indicata sulla confezione? È una pratica che possiamo attuare? E se si, quali sono i riferimenti temporali da prendere in considerazione?
A chi non sarà mai capitato di avere della pasta scaduta in credenza? Magari perché finiamo con il farla finire negli spazi più arretrati, e così ce ne dimentichiamo della presenza.
Teniamo presente che comunque questa è una eventualità difficile, perché la data di scadenza della pasta scaduta, generalmente secca, si aggira sui due anni successivi all’acquisto. Una cosa difficile ma ad ogni modo non impossibile.
Quando succede nelle condizioni ottimali, ovvero proprio in credenza oppure in cantina, alla larga dalla luce, da fonti di calore e meglio ancora dall’umidità, allora si che possiamo mangiare la pasta scaduta.
Pasta scaduta, le differenze tra quella secca e quella fresca
Controlliamo ovviamente che la confezione sia integra prima di procedere. La data di scadenza sulla pasta è accompagnata dalla dicitura “da consumarsi preferibilmente entro…”, cosa che indica il lasso temporale da prendere in considerazione per essere certi di non incappare in alcun rischio.
Consumare suddetto prodotto dopo non è pericoloso, ma lo stesso finisce con il perdere alcune delle sue proprietà organolettiche. Ed anche il sapore può risultare meno accentuato, in alcuni casi.
In merito alla pasta secca che ha superato la data di scadenza, anche dopo due mesi possiamo stare tranquilli. La fase di cottura, che avviene oltre i 65-70° consigliati per disgregare qualsiasi eventuale batterio presente all’interno, scongiurerà ogni possibile pericolo.
Ma se dovessimo trovare i classici insetti della pasta buttiamo via l’intero pacco senza pensarci su due volte. Invece, per quanto concerne la pasta fresca, il suo consumo non deve superare la data indicata, in ogni caso.
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Come conservarla in frigo e congelatore
Per finire, riguardo alla pasta già cotta ed eventualmente conservata in frigorifero al massimo entro i tre o quattro giorni successivi. Congelandola allungheremo invece i tempi, che si protrarranno fino a tre mesi prima di non poterla più mangiare.
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Usate sempre contenitori di vetro con chiusura ermetica e sacchetti per alimenti. Lo scongelamento deve avvenire passando il tutto dal freezer al frigo per alcune ore. Questo impedirà sbalzi termici in grado di rovinare sapore e consistenza della pasta.
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Od in alternativa potremmo riscaldare tutto quanto subito tolto dal congelatore in una padella antiaderente, con un po’ di olio di vostra scelta. O ancora possiamo avvalerci di forno elettrico o a microonde.