Uno studio sorprende in merito a quale sia l’olio migliore per friggere. I dati emersi ci potrebbero spingere a cambiare abitudini in cucina.
Olio migliore per friggere, ci si aspetterebbe quello di semi in testa a tutti gli altri ed invece non è così. A riferirlo è una indagine di mercato approfondita appositamente stilata per chiarire la qualità di questo tipo di condimento.
Che in Italia è molto usato e risulta essere indispensabile in numerosissime ricette. Antipasti, contorni, primi, secondi piatti ed anche non pochi dolci hanno bisogno del loro olio migliore per friggere.
E questa scelta va a riguardare alquanto da vicino anche la salute. È accezione alquanto comune il ritenere che l’olio di semi sia il più leggero tra tutte le varietà esistenti. Per questo si riscontra una certa propensione nello sceglierlo.
Ma la American Chemical Society, importante organo statunitense attivo in fatto di monitoraggio della salubrità di tutti i prodotti alimentari esistenti, riporta ben altro su quella che è la sua rivista specializzata, il Journal of Agricultural and Food Chemistry.
Olio migliore per friggere, lo studio mostra i risultati
E di queste informazioni che ci fornisce tale ente faremmo bene a tenerne conto. Una comparazione diretta ha messo in paragone tra loro gli oli di:
- oliva;
- soia;
- mais;
- girasole.
Tutti quanti loro sono stati esaminati in delle precise situazioni di utilizzo, per esempio nel corso della fase di frittura ad una temperatura compresa fra i 160° ed i 180° e con anche un riutilizzo per circa dieci volte di ognuno di esso. Cosa che in cucina non andrebbe mai fatto ma che ha avuto la propria utilità ai fini di questo studio.
Ed alla fine è venuto fuori, da parte della American Chemical Society, che c’è una tipologia di olio che mantiene praticamente identiche le proprie caratteristiche nutrizionali nonostante più cicli di sessione in cui viene sottoposto a temperature alte.
Si tratta dell’olio di oliva, in assoluto il più performante, stabile e sicuro, che è risultato anche andare molto meno incontro ad un naturale procedimento di deperimento. Invece le altre varietà di olio, riscaldate già dopo una seconda volta, possono mostrare più facilmente la tendenza a dare forma alla comparsa di sostanze potenzialmente pericolose.
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Il punto di fumo dell’olio di oliva è un grosso vantaggio
E per quanto riguarda l’olio peggiore per friggere, la scelta meno indicata possibile è rappresentata da quello di semi di girasole. Tornando all’olio di oliva, un suo enorme vantaggio è che ha un punto di fumo situato a 240° più o meno.
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Valore che costituisce praticamente il doppio rispetto agli altri tipi di olio da cucina e che permette di avere una importante distanza dalla comparsa in particolar modo dell’acrilammide.
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Una sostanza cancerogena che si fa vedere proprio quando il punto di fumo dell’olio viene superato durante la cottura o la frittura, e che negli altri casi parte dai 120°.