L’usanza dello spugnare le friselle nel mare sembra qualcosa di divertente oltre che di pittoresco. Però ci sono delle cose che in molti non immaginano.
Spugnare le friselle nel mare rappresenta una usanza tipica di alcune Regioni del Sud. Specialmente in Puglia ed in Campania si usa fare così per ammorbidire quello che è un tarallo di grandi dimensioni, solitamente circolare e con un buco al centro, costituito da grano duro, da cuocere rigorosamente nel forno a legna. E che, al pari di altri alimenti molto noti e diffusi oggi come ad esempio la focaccia, farebbe risalire le proprie origini molto indietro nel tempo.
Nel loro caso si parla addirittura di mille anni prima di Cristo. Prima del suo consumo una frisella va necessariamente ammorbidita, e per farlo la si bagna nell’acqua. C’è anche un termine tecnico apposito, ovvero “sponzare”. Con tutta probabilità l’usanza dello spugnare le friselle nel mare trae a sua volta origine nei tempi antichi. E c’è chi ancora lo fa al giorno d’oggi. La cosa però potrebbe comportare degli effetti che sarebbe meglio non trascurare.
Spugnare le friselle nel mare, quali sono le conseguenze
I motivi del perché spugnare le friselle nel mare rappresenti più una cosa da evitare che da imitare sono legati alla salubrità proprio delle acque marine. Si tratta di un qualcosa con il quale migliaia di persone entrano in contatto per molti giorni all’anno. Senza dimenticare anche i residui della flora e della fauna che in mare ci vivono. E la immancabile carica batterica che contraddistingue anche un singolo bicchiere di acqua marina raccolta.
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Mangiare una frisella immersa nell’acqua del mare finisce con il farle assorbire una elevata quantità di sale, cosa che alla fine andrebbe a nuocere al nostro sangue ed ai nostri reni. E che potrebbe accentuare una condizione di disidratazione, specialmente se non siamo abituati a bere tanto. Cosa che invece dovremmo fare sempre, tutti i giorni. Ed oltre ai batteri e virus (i più diffusi nell’acqua marina sono quelli delle varietà di Escherichia coli, n.d.r.) nel mare ci finisce di tutto.
Cosa rischiamo di ingerire in questo modo
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A cominciare dall’urina di chi va a farsi un bagno. E passando poi per le immancabili microplastiche, che ormai sono ovunque. Finendo poi con le sostanze chimiche sversate dagli impianti industriali e dai residui del passaggio di imbarcazioni a motore. Il mare presenza anche non pochi tratti costituiti da un livello di inquinamento che fa preoccupare. In virtù di ciò, la frisella è meglio “sponzarla” a casa, con l’acqua di rubinetto, che di sicuro è molto più sicura ed indicata dell’acqua del mare per questa e per qualsiasi altra applicazione in cucina.