La famosa azienda Sterilgarda, produttrice di latte e derivati, ha emesso un provvedimento che ha scatenato il boicottaggio dei suoi prodotti da parte dei consumatori. Ecco co sa è accaduto.
In un periodo molto difficile in cui il dibattito riguardante l’adozione del Green Pass è al centro delle beghe politiche e non solo, c’è chi corre ai ripari cercando come può di arginare l’arrivo di ulteriori restrizioni. La pandemia non è finita, anche se per molti sembrerebbe così, di conseguenza l’emergenza sanitaria risulta essenzialmente ancora in atto. Lo strumento promosso dal Governo e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per cercare di prevenire una quarta ondata è l’adesione alla campagna vaccinale che sta coinvolgendo tutti i paesi del globo. Con risultanze più o meno positive da parte della popolazione, divisa tra il sì ed il no.
In questo si inserisce come sempre il complesso degli utenti del web, piazze virtuali in cui sempre più di frequente si intavolano discussioni e si infiammano scontri in merito. In questo contesto delicato e senza dubbio difficile sotto tanti punti di vista ed in particolare nella valutazione della salute dei cittadini e dei lavoratori, lo spettro di futuri provvedimenti e chiusure si affaccia prepotente. Con il rischio che se dovessero intervenire lockdown anche parziali, potrebbe essere la fine per tanti settori dell’economia. Già messi duramente in ginocchio da questi due ultimi anni di stop e riprese a singhiozzo.
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Sterilgarda Latte | Provvedimento dell’azienda | Scatena il boicottaggio
Come anticipato il futuro di diversi settori professionali, lì dove il Covid non ha ancora falcidiato le piccole attività , fa comunque temere nuove chiusure. Motivo per il quale le grandi aziende corrono ai ripari allo scopo di tutelare la salute dei propri dipendenti. Una di queste è la Sterilgarda che ha comunicato, attraverso una lettera inviata ai propri dipendenti, l’adozione del sistema Green Pass anche per esercitare le proprie mansioni. Nello specifico ecco quanto riportato testualmente: “E’ convinzione di Sterilgarda che gli strumenti di contenimento della pandemia, in primis i vaccini, siano e saranno fondamentali per evitare la reintroduzione di misure restrittive della libertà personale e per lo svolgimento delle attività economiche”.
Questo l’esordio del comunicato firmato dal Presidente del consiglio d’amministrazione Federico Sarzi, che ha sottolineato come la misura adottata sia in linea con le previsioni ante Covid dell’azienda. Nella quale infatti si prevedeva già l’obbligo di sottoporsi ad altri vaccini quali quello contro il tetano, contro l’epatite B ed il vaccino antitubercolare. Nell’ottica di garantire con la sottoposizione al vaccino anti Covid, il rispetto e tutela dei lavoratori e delle loro famiglie. In particolare di tutti coloro che si trovano a dover già convivere con situazioni patologiche incompatibili con la somministrazione del vaccino. A partire dal prossimo settembre quindi i dipendenti della Sterilgarda di Castiglione delle Stiviere privi di green pass ricopriranno incarichi diversi da quelli consueti oppure dovranno restare a casa senza stipendio.
Nel momento in cui la lettera è stata condivisa sui social, il messaggio è diventato in pochissime ore virale.
Scatenando i commenti dei no vax e di coloro che protestano contro l’adozione del Green Pass i quali hanno letteralmente inondato le pagine dell’azienda di insulti e minacce oltre ad invitare al boicottaggio dei loro prodotti. Una risposta così forte che ha costretto la Sterilgarda a diramare un ulteriore comunicato per chiarire il suo intento.
Il Presidente Sarzi ha infatti tenuto a specificare che l’azienda non aveva in alcun modo intenzione di creare divisioni o discriminare i lavoratori. “In nessuna parte del testo si è mai minacciato di licenziare alcuno. Abbiamo fatto presente che il diritto alla salute dei dipendenti e delle loro famiglie deve essere salvaguardato al pari del diritto al lavoro di ognuno” ha scritto il dirigente. Anticipando un immediato un tavolo di discussione con i rappresentanti sindacali e con il medico del lavoro. Al fine di “valutare meglio con tutti gli interessati il miglior percorso da intraprendere perché nessuno debba subire un abuso o una lesione”. La situazione quindi sembrerebbe rientrata, in attesa di un accordo tra i dipendenti e l’azienda che reputa i propri lavoratori parte di una grande famiglia.
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