Un nuovo fatto di cronaca in queste ore sta facendo discutere in media tutto spiano, una cucina degli orrori dove sono stati trovati topi morti e non solo ha fatto scattare le manette per i diretti interessati.
Nel corso dell’ultimo anno sono stati numerosi i controlli fatti dai carabinieri dei Nas all’interno di varie location del campo della ristorazione ma anche all’interno di aziende produttrici di alimenti, trattandosi di atti dovuti e necessari per la salvaguardia della salute del consumatore ma che al tempo stesso hanno permesso di far luce su fatti incredibili che sono stati poi oggetto della cronaca nazionale.
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Infatti, nel mirino dell’attenzione dei media in queste ore troviamo un fatto di cronaca che è stato raccontato da vari media e che ha fatto da sfondo a quella che è stata definita una vera e propria cucina degli orrori facendo scattare la denuncia da parte dei carabinieri dei Nas che sono intervenuti sul luogo.
La notizia di cronaca che sta animando in magazine nazionali fa riferimento al macabro ritrovamento di topi morti all’interno di una cucina di un caseificio che si trova nei pressi di Agrigento, in Sicilia, qui dove all’interno erano riposti contenitori di latte e di ricotta. Il tutto di certo non finisce qui perché all’interno della cucina degli orrori nel caseificio in questione, sono state ritrovate anche varie bustine di veleno per uccidere il mammifero in questione che poi veniva lasciato lì per diverso tempo.
Secondo quanto reso noto della redazione di Today nella vicenda in questione troviamo coinvolto anche un sessantatreenne per il quale pubblico ministero già chiesto il rinvio a giudizio, trattandosi anche di una persona che dal 2019 detenuto in carcere. Insieme all’uomo in questione troviamo anche altri tre imputati coinvolti nella gestione del caseificio degli orrori dove è stato fatto il macabro ritrovamento.
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Durante l’ispezione effettuata dai carabinieri dei Nas il socio dell’uomo che attualmente si trova in carcere, un uomo di 27 anni insieme ai collaboratori addetti alle consegne, di 66 e 40 anni, sono ritenuti responsabili per ciò che è stato trovato all’interno del caseificio che ha fatto scattare la denuncia con ben 11 ipotesi di reato. Secondo quanto reso noto dal quotidiano sopra citato, il sessantatreenne dovrebbe poter rispondere di adulterazione di sostanze destinate all’alimentazione, frode nell’esercizio del commercio, sfruttamento del lavoro, macellazione illegale, cessione di cocaina e guida senza aver mai conseguito la patente.
Inoltre, i militari dell’arma avrebbero provveduto a sequestrare più di 300 kg di alimenti tenuti in pessimo stato, tra i quali anche formaggi e carne prontamente ritirate dal mercato.
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