La sicurezza in cucina è sempre messa in discussione, anche le uova non sono esenti da grossi rischi per la salute.

In che prodotti si trovano i PFAS? Ci sono anche le uova
Uova nella loro confezione (Ricettasprint.it)

Si chiamano PFAS, noti anche come “inquinanti eterni”, e la loro presenza capillare nell’ambiente è ormai una realtà preoccupante. Queste sostanze chimiche artificiali sono estremamente persistenti e associate a numerosi problemi di salute, inclusi alcuni tipi di cancro.

La contaminazione da PFAS è stata riscontrata ovunque: nelle acque piovane, in quelle potabili (soprattutto in Lombardia), nei pesci di acqua dolce e di mare, e persino nelle uova dei pollai domestici.

L’allarme, questa volta, arriva dalla Francia settentrionale, dove l’agenzia regionale per la salute dell’Alta Francia ha dovuto emettere un chiaro avvertimento: gli abitanti del dipartimento dell’Oise farebbero bene a non consumare certi alimenti a causa dell’elevata presenza di questi inquinanti.

Ma da dove provengono esattamente i PFAS? Queste sostanze chimiche sono ampiamente utilizzate nella produzione di imballaggi plastici e in diversi apparecchi elettronici. Durante la fabbricazione o il semplice utilizzo quotidiano di tali prodotti, i PFAS vengono dispersi nell’ambiente, contaminando aria, acqua e suolo.

Che danni provocano i PFAS?

In che prodotti si trovano i PFAS? Ci sono anche le uova
Uova nel loro cartone contenitivo (Ricettasprint.it)

Sebbene gli alimenti ultra-processati siano spesso indicati come una delle principali fonti di esposizione, in realtà la presenza di PFAS è molto più capillare di quanto si possa immaginare.

Le stime più recenti, come quelle di Greenpeace, suggeriscono che i margini di contaminazione siano pericolosamente sottostimati. Insomma, i PFAS sono silenziosamente ovunque, anche se non li vediamo. Il caso francese ne è un chiaro esempio.

Le autorità sanitarie locali si sono limitate a spiegare che il problema è legato alla “presenza di alcune industrie nell’area”, senza fornire ulteriori dettagli. Tuttavia, non si tratta certo della prima volta che la Francia si confronta con questo tipo di contaminazione.

Solo lo scorso anno, le autorità sanitarie nazionali avevano denunciato la presenza di PFAS nelle uova e nei polli da allevamenti domestici in diverse regioni del Paese, inclusa quella di Parigi.

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Questa situazione pone numerosi interrogativi sulla reale portata dell’inquinamento da PFAS e sulle sue conseguenze per la salute pubblica. Queste sostanze chimiche, infatti, sono associate a una vasta gamma di problemi, dal cancro a disturbi della tiroide, dalla colesterolemia elevata alla ridotta fertilità.

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Inoltre, la loro estrema persistenza nell’ambiente le rende particolarmente difficili da eliminare una volta che si sono diffuse. È quindi essenziale intervenire tempestivamente per limitare l’utilizzo di PFAS e bonificare le aree contaminate, al fine di tutelare la salute dei cittadini e dell’intera ecosistema.

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In questo contesto, il caso francese rappresenta solo la punta dell’iceberg di una problematica ben più ampia e radicata, che richiede un’azione decisiva e concertata a livello internazionale per affrontare questa vera e propria emergenza ambientale e sanitaria.