A Vazzola, in provincia di Treviso, sale il numero dei lavoratori del locale impianto Aia di lavorazione delle carni. Altra situazione difficile in zona.
L’ultima tornata di tamponi ai quali sono stati sottoposti i lavoratori dello stabilimento Aia di Vazzola, in provincia di Treviso, fa riscontrare un aumento del numero dei positivi. Ci sono altri 20 individui attualmente infetti da Coronavirus, su 114 controlli in totale. La notizia riceve conferme ufficiali dalla Ulss 2 di Treviso, mentre nella giornata di martedì 1° settembre c’erano stati altri 11 positivi su 219 test svolti.
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Ed ora il computo totale delle persone che presentano nel proprio organismo il Covid ammonta a 182 dipendenti. Ai quali aggiungere anche almeno altri 21 familiari e diverse altre persone con le quali sono avvenuti dei contatti stretti. Lo stabilimento Aia della Marca conta circa 675 impiegati ed il focolaio ivi sorto era stato individuato poco prima di Ferragosto. L’azienda aveva comunicato la avvenuta riduzione delle attività produttive, un minore numero di lavori chiamati in causa in ogni turno ed il distanziamento fisico tra gli stessi. Nell’impianto Aia di Vazzola si provvede anche alla macellazione delle carni e questo giustifica l’elevato numero di lavoratori.
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Vazzola, produzione ridotta nell’impianto aia: “Fermare tutto sarebbe un disastro”
Fermare del tutto le attività di produzione avrebbe comportato il sacrificio di almeno un milione e mezzo di capi di bestiame. Una situazione davvero tragica e che aveva fatto preoccupare non poco anche diverse associazioni animaliste. E che avrebbe avuto complicazioni enormi anche dal punto di vista delle condizioni igienico sanitarie. Nel Trevigiano è attivo anche un altro focolaio, che riguarda la ex caserma Serena di Casier, adibita ora a centro accoglienza ed all’interno della quale si trovano almeno 155 positivi. Attualmente la caserma è indicata come zona rossa.
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