Una notizia che sta facendo discutere il mondo intero e che per certi pezzi aprono uno scenario già dimenticato che si era verificato durante la Seconda guerra mondiale, solo che questa volta l’ingresso è vietato a vegani e arabi.
Impossibile ma vero, in queste ultime settimane si è verificato un fatto davvero incredibile e che vede come indiscusso protagonista un ristoratore al timone di un locale in Carinzia, Austria, il quale ha preso una decisione che sta facendo discutere social network a seguito della lista relativa alle persone che non possono entrare nel suo ristorante, un post pubblico che è diventato subito di dominio internazionale.
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Non è la prima volta che un ristoratore prende una decisione discutibile circa la sua attività ma questa volta sembrerebbero essere già stati violati i diritti dell’umano in senso ampio, per le quali si è anche cercato una giustificazione che sta a suo modo è diventato protagonista dei media.
“Vietato l’ingresso ai vegani e gli arabi”
Ebbene sì, nel mirino dell’attenzione dei media troviamo una notizia che sta facendo discutere il mondo intero e che vede come indiscusso protagonista il ristoratore Stefan Lercher, titolare del ristorante Peppino.
In particolar modo, a lasciare senza parole il mondo intero è stato un post condiviso nella pagina Instagram ufficiale del ristorante in questione dove è possibile leggere le seguenti parole: “È così che il team «Peppino» inizia il nuovo anno. Desideriamo inoltre informare tutti voi che il nostro ristorante sarà riaperto il 19 gennaio con 6 tavoli per i nostri per i nostri ospiti abituali e per gli abitanti del luogo. C’è posto per tutti. Vegani, hippy, ecologisti e arabi esclusi. Saluti e buon anno”.
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Il commento del ristoratore
Il Messaggio in questione è stato subito oggetto di commento da parte dei quotidiani nazionali ed internazionali, ai quali ha fatto seguito anche il responsabile della sezione gastronomia della Camera di Commercio della Carinzia, il quale è stato interpellato dal Kleine Zeitung: “Gli ospiti non possono essere respinti sulla base del sesso, dell’etnia o della religione. Se si venisse a conoscenza di una violazione, questa dovrebbe essere affrontata davanti alla Commissione per la parità di trattamento”.
A ogni modo ha provato a giustificarsi anche il ristoratore autore del post sopra citato, Stefan Lercher, nel tentativo di spiegare come nel suo ristorante numerose volte si siano verificati episodi spiacevoli che l’hanno spinto a reagire in quel modo: “L’affissione è stata un errore. Ma sono conosciuto per i miei modi diretti”.
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